IL RITROVAMENTO DEI SOGNI NEI VIAGGI DI VITO CARTA
nota di Emanuela Pitti

 
Come poter classificare le immagini di Carta? I suoi scatti sono flash di colori e luci; alcuni hanno il paesaggio come tema principale, altri la figura umana, taluni, ancora, nel virtuosismo della rielaborazione grafica, appaiono quasi come scene astratte generate dalla pura luce. Ad uno sguardo poco attento, insomma, non si riesce a cogliere un filo conduttore o un tema assoluto. In realtà, e basta farsi sommergere dai mondi immaginati dall'artista per capirlo, le impalpabili sensazioni dei viaggi onirici, sono i reali protagonisti dei lavori di Carta.
A chi non è capitato di sognare? Durante il sogno, le immagini dei nostri ricordi si scompigliano e si mescolano fra loro esattamente come nelle fotografie di Carta: le immagini si confondono e si fondono tra loro; a volte lasciando in trasparenza il paesaggio che sta al di là e sotto l'immagine principale, invece, in altri scatti, il soggetto ci appare talmente pieno di luce o di colore che la figura sovrasta tutto il resto.
Durante il sonno e attraverso i sogni, la mente elabora e immagazzina i ricordi. Il sogno è il metodo in cui i dati appresi durante la giornata si fissano nella memoria a lungo termine. Consciamente non possiamo controllare questa conservazione delle immagini: non possiamo decidere quale ricordo prevaricherà sugli altri, sarà la nostra psiche a decidere tutto questo per noi.
Come teorizzato da André Breton nel manifesto del
Surrealismo del 1924, l'artista doveva operare in una sorta d'automatismo psichico, ovvero quel processo in cui l'inconscio, quella parte di noi che emerge durante i sogni, riaffiora anche quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati. Seguendo quest'insegnamento

,Carta crea le sue rielaborazioni grafiche in cui piazze – volti – sorrisi – cieli – corpi – città – paesaggi – sguardi – sensazioni - emozioni si fanno unica immagine. Nelle sue fotografie quasi claustrofobiche nella composizione, ma al contempo liriche e leggere nelle scelte cromatiche, ritroviamo sprazzi del caos delle nostre città iper-frenetiche, dove si staglia, come immagine predominante, il passaggio di un pedone. Ritroviamo l’ampio respiro degli spazi aperti simbolizzato da una donna che apre le ali come una contemporanea Nike di Samotracia.
La vera forza delle immagini di Vito Carta non sta nell'impulsività e nella frenesia dell'impeto creativo, seppur essi regalino molta forza e carattere agli scatti; ma sta nel ritrovamento di una frazione del vissuto quotidiano, non solo quello dell'artista, che prende le scene dal bacino delle proprie esperienze e ricordi, ma anche del vissuto degli astanti. Ogni scatto è un caleidoscopio in cui le immagini dei viaggi onirici di Carta ci fanno ritrovare i nostri tempi e i nostri vissuti. Ognuno di Noi, infatti, potrà ritrovare qualcosa di proprio nelle rappresentazioni: una suggestione, un colore o una scena che ci proietteranno in una sorta di déjà vu in cui sarà confortante ritornare - magari con calma - per poter meglio apprezzare le sensazioni e i sapori di ciò che al nostro sguardo, sempre meno attento e sempre più svogliato, è sfuggito.


Emanuela Pitti - 2009